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rainews24.rai.it

È stato colpito in fronte da un proiettile il manifestante ucciso a Teheran: lo riferisce il fotografo che ha segnalato l'uccisione, precisando che l'uomo è morto davanti alla sede della milizia islamica Basij data alle fiamme dai dimostranti. Il fotografo, che preferisce rimanere anonimo, ha scattato foto del corpo senza vita, col viso insanguinato.

I manifestanti hanno assaltato la sede della milizia filogovernativa Basij
Le immagini riprendono anche un gruppo di manifestanti che assaltano una sede delle forze paramilitari Basij, fedelissime del regime islamico. Sul tetto dell'edificio si vedono almeno tre uomini con camicia bianca e casco che puntano fucili mitragliatori Kalashnikov verso i manifestanti. Secondo il fotografo, i colpi che hanno ucciso l'uomo e causato feriti provenivano da quel tetto. Altre persone sul posto hanno riferito che, alla fine della manifestazione, uomini in abiti civili hanno sparato su manifestanti causando diversi feriti.

Scontri con le milizie Basij, spari in tre quartieri della città
Dopo la sparatoria nella centrale piazza Azadi, altri spari sono stati avvertiti in tre quartieri nella zona settentrionale della capitale. Lo riferiscono testimoni locali citati dall'agenzia Reuters.

Due milioni in piazza
Centinaia di migliaia di sostenitori di Moussavi, più di due milioni secondo un agente di polizia, hanno sfidato il divieto imposto dal governo e si sono radunate nel centro di Teheran per chiedere l'annullamento dei risultati. Quando la testa del corteo, dove si trova lo stesso Mussavi accompagnato da un altro candidato, Mehdi Karroubi, deve ancora arrivare alla Piazza Azadi, la coda si trova ancora oltre la piazza Imam Hossein, chilometri più a est.

Moussavi e Karrubi alla manifestazione chiusi in macchina
I due ex candidati stanno assistendo alla manifestazione nel centro di Teheran a bordo di un fuoristrada. Lo ha constatato una giornalista della France Presse. I due esponenti politici sono in borghese. La jeep procede al passo dei manifestanti, protetta da agenti delle forze di sicurezza. Sostenitori del presidente iraniano a bordo di motociclette e armati di bastoni si stanno scontrando con i dimostranti. Lo ha riferito un testimone della Reuters.

Moussavi chiede nuove elezioni
"Siamo pronti a partecipare a una nuova elezione presidenziale", ha detto il candidato moderato parlando dal tetto di un'automobile. "Se Dio vorrà ci riprenderemo i nostri diritti", ha detto alla folla. La partecipazione di Mousavi alla manifestazione rappresenta una vera sfida alla guida suprema della Repubblica islamica, l'ayatollah Ali Khamenei, il quale ha invitato Mousavi a contestare il voto usando le vie legali. Il candidato moderato accettato l’invito, chiedendo al Consiglio dei guardiani della Costituzione l'annullamento dello scrutinio per irregolarità, ma è sceso comunque in piazza. Anche l'ex presidente riformista e predecessore di Ahmadinejad, Mohammad Khatami, annunciando la sua partecipazione alla manifestazione ha chiesto l'annullamento dei risultati e un nuovo voto. La protesta, ha annunciato la moglie di Moussavi, Zahra Rahnavard, molto attiva nella campagna elettorale del marito, andrà avanti "fino alla fine".

I media locali ignorano la protesta
Il corteo di protesta è tenuto sotto controllo a distanza da agenti in tenuta antisommossa, mentre nella zona è stata temporaneamente sospesa la copertura per i telefoni cellulari. La tv di Stato, che ieri aveva trasmesso in diretta il raduno di decine di miglia sostenitori del presidente Mahmud Ahmadinejad, non ha trasmesso finora alcuna immagine della manifestazione odierna.

Khamenei chiede chiarezza sui presunti brogli
L'ayatollah Khamenei, massima autorità religiosa del paese, ha ordinato un'inchiesta sull'accusa di brogli avanzata dall'opposizione. Una prima risposta dovrebbe arrivare dal Consiglio dei guardiani entro una decina di giorni.

"Agire con calma"
Khamenei ha invitato Moussavi ad "agire con calma e seguendo le vie legali: tutti devono mantenere la calma. Anche in elezioni passate è accaduto che vi siano stati candidati non contenti del risultato, ma hanno agito per vie legali. Anche questa volta bisogna procedere così".

Il Consiglio dei Guardiani esaminerà i ricorsi di Moussavi e Rezai
Il Consiglio dei Guardiani, l'organismo che sovrintende alle elezioni in Iran, ha detto di avere ricevuto ricorsi sul risultato delle presidenziali del 12 giugno dall'ex candidato moderato Mir Hossein Mussavi e da quello conservatore Mohsen Rezai e che darà una risposta "da 7 a 10 giorni dopo aver ricevuto i risultati ufficiali" del voto. Ma non ha precisato entro quando la consegna deve avvenire.

Ban Ki-moon: rispettare la volontà del popolo iraniano
Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha detto che la volontà del popolo iraniano deve essere pienamente rispettata: "la posizione delle Nazioni Unite e la mia è che la genuina volontà del popolo iraniano dovrebbe esser pienamente rispettata". Il capo dell'Onu ha aggiunto che aspetta di vedere il risultato dell'inchiesta sui risultati elettorali dopo le accuse di irregolarità nel voto.

L'Unione Europea chiede un’inchiesta sulla regolarità del voto
La richiesta di una inchiesta sul voto è arrivata anche dall'Unione Europea (Francia e Germania hanno convocato gli ambasciatori di Teheran a parigi e Berlino) che ha espresso preoccupazione. Nessun commento oggi dagli Usa, mentre la Corea del Nord si è complimentata con Ahmadinejad auspicando una più stretta collaborazione tra i due Paesi. Il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha definito la vittoria di Ahmadinejad "una brutta notizia, come lo sarebbe qualsiasi vittoria di estremisti". Barak ha detto anche di non essere sicuro che i risultati delle elezioni riflettano la realtà del popolo iraniano.

Frattini conferma l'invito all'Iran per G8 diplomatico di Trieste
L'Italia mantiene l'invito al governo iraniano per il G8 dei ministri degli Esteri il 25 giugno a Trieste. L'Ha detto il ministro Franco Frattini a Lussemburgo. "L'Europa ha espresso una posizione chiara che noi italiani rispettiamo: è necessaria una verifica dei voti delle presidenziali e la fine delle violenze nelle strade. Nel contempo - ha detto Frattini al termine del Consiglio Esteri della Ue - la stabilizzazione in Afghanistan e Pakistan è e resta una grande priorità, quindi manteniamo l'invito all'Iran".

Dubbi sul numero dei morti durante gli scontri
Cinque persone sarebbero morte negli scontri di questi giorni a Teheran: lo riferisce l'agenzia PeaceReporter, che cita fonti anonime locali. Le vittime - si legge in un comunicato dell'agenzia di informazione vicina a Emergency - "sono due ragazze, Fatemeh Barati e Mobina Ehterami, e tre ragazzi, Kasra Sharafi, Kambiz Shoaei e Mohsen Imani". Al Arabiya, due giorni fa, aveva annunciato la morte di tre persone negli scontri con la polizia, ma la notizia non è stata confermata dalle autorità. In questi giorni, fonti dell'opposizione a Teheran hanno riferito all'ANSA di non essere a conoscenza di vittime.

Agenti all'ospedale per arrestare i feriti
Agenti della sicurezza iraniani e le forze antisommossa avrebbero lanciato ieri notte un raid nell'ospedale Hezar Takhtekhabi di Teheran allo scopo di arrestare i feriti durante gli scontri seguiti alle elezioni presidenziali di sabato scorso. Lo ha riferito in una nota il segretariato del Consiglio nazionale della Resistenza in Iran. Gli agenti hanno aggredito il personale medico che è però riuscito dopo due ore, insieme ai parenti dei feriti, a contringere le forze dell'ordine a lasciare la struttura. Nel frattempo, anche a causa della sospensione della normale attività, numerosi nuovi feriti si sono aggiunti a quelli in attesa di cure.

Gli arresti
Secondo l'organizzazione dei Mujahedin in Iran, citata nella note del segretariato del Consiglio della Resistenza, le persone arrestate a Teheran sarebbero centinaia. Ieri il capo della polizia, generale Radan, ha detto che almeno 170 persone sono state arrestate. La presidente del Consiglio della Resistenza, Maryam Rajavi, ha sollecitato le principali organizzazioni internazionali, Onu in testa, a condannare la repressione e a intraprendere azioni per la liberazione degli arrestati.

Problemi per i giornalisti
Per i giornalisti stranieri è diventato ancora più difficile lavorare. Il ministero dell'Orientamento e della Guida islamica ha fatto sapere che non saranno rinnovati i
visti giornalistici rilasciati per seguire le elezioni e alcuni inviati, considerati testimoni scomodi delle violenze della milizia Basij sui dimostranti, hanno ricevuto un fax che li avverte della possibilità di essere arrestati da un momento all'altro se sorpresi in strada. Guai anche per la stampa iraniana: il giornale di Moussavi, 'Kalameh Sabz', è stato costretto a interrompere le sue pubblicazioni: lo riferisce questa mattina il quotidiano 'Sarmayeh' che, tra l'altro, ha potuto annunciare la notizia soltanto con una breve in prima pagina. 'Sarmayeh' riferisce, infatti, che 'Kalameh Sabz' stamane non è in edicola ma non fornisce ulteriori dettagli: la rubrica nelle pagine interne dedicata a questa informazione è rimasta bianca.

Vietato l’accesso a Youtube
Da ieri è vietato anche l'accesso a Youtube, dove venivano mostrate immagini degli scontri a Teheran riprese con i cellulari. Sarmayeh riferisce che anche un giornale nella città di Qazvin, Velayat, è stato chiuso dalle autorità per avere pubblicato una vignetta sul presidente Mahmud Ahmadinejad. Intanto provvedimenti di censura sono stati presi nei confronti di altri giornali.

Espulsa troupe della tv spagnola
Il governo iraniano ha imposto a una troupe della televisione pubblica spagnola (Tve) di lasciare il Paese dopo la copertura delle manifestazioni di protesta contro la rielezione del presidente Mahmud Ahmadinejad. Lo ha reso noto oggi una giornalista della troupe. "Ci hanno chiesto di lasciare il paese oggi stesso", ha detto la giornalista, Yolanda Alvarez, parlando al telefono alla radio nazionale da Teheran. "Siamo testimoni scomodi, vogliono eliminare qualsiasi tipo di presenza della stampa straniera", ha detto la giornalista, precisando che "ieri sera le strade erano totalmente occupate dalle truppe anti-sommossa". Diversi media stranieri hanno accusato ieri le autorità iraniane di aver impedito ai loro giornalisti di coprire le manifestazioni. Oltre a Bbc, Nederland 2 e al Arabiya, misure repressive hanno colpito anche i due canali tv pubblici tedeschi e due radio belghe.

Rilasciati i giornalisti olandesi
Sono stati rilasciati i due giornalisti olandesi, Jan Eikelboom e Dennis Hilgers, arrestati ieri dalle autorità iraniane per aver filmato gli scontri fra i manifestanti e polizia avvenuti nei pressi del comitato elettorale di Moussavi. La notizia dell’avvenuto rilascio è stata data dallo stesso Eikelboom sulle pagine del social forum “Twitter”. Secondo quanto riferito dai due giornalisti la polizia iraniana ha sequestrato tutto il filmato relativo agli scontri. I due giornalisti olandesi sono stati costretti a far ritorno in patria.

Obama preoccupato per la contestata rielezione
Barack Obama ha espresso "qualche preoccupazione" per la contestata rielezione del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Lo ha reso noto la Casa Bianca.



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