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I PATRIOTI  SARDI COPRONO L'INFAME RE CARLO IL FEROCE

La nota del Professor Casula è un inno alla libertà della natzione Sarda.. 

è un piacere per unu "torrau de su disterru" vedere una mobilitazione contro il feroce e impostore RE coloniale Carlo il Felice, già noto da tempo come il "SAVOIA TZENIA DE PORCOS", avendo subito in su disterru la ferocia del razzismo contro i terroni che vigeva in continente negli anni della migrazione forzata e incoraggiata dal governo italiota, non servendo più come carne da macello per le loro guerre imperiali, (noi Sardi) siamo poi serviti come mano d'opera a basso costo; 

Trattatati da servi specie di animali da soma, e cacciati in baracche come bestie , questa l'ospitalità per noi Sardi da parte degli Italiani; 

Oggi sono veramente contento di vedere dei patrioti che a distanza di centinaia d'anni di sofferenza, rivendica l'espulsione di qell'obbrobrio statuale che vilipende il popolo Sardo, messo contro la nostra volontà in piazza Yenne, l'unica soluzione plausibile dopo la ramemorazione storica esplicata dal movimento, è l'abbattiamento della statua come han già fatto altri popoli che si sono liberati dalla schiavitù.. 

Viva il popolo Sardo libero e indipendente!



Sa Defenza



Carlo Felice (più noto come Carlo Feroce) fu vice

 re e re ottuso, famelico e repressivo.


Francesco Casula

Prof. Francesco Casula

Carlo Felice, ottuso e famelico, sia da principe vice re che da re sarà il più crudele persecutore dei Sardi, che letteralmente odiava e contro cui si scagliò con tribunali speciali, procedure sommarie e misure di polizia, naturalmente con il pretesto di assicurare all’Isola “l’ordine pubblico” e il rispetto dell’Autorità. Soprattutto fu persecutore dei rivoluzionari, dei democratici e dei giacobini. 

Per quanto riguarda “l’odio” lo aveva appreso da unu cane de isterzu come Giuseppe de Maistre che arrivato in Sardegna nel 1800 per reggere la reale cancelleria, non pensa nei tre anni di reggenza, che ai propri interessi denotando uno sviscerato disprezzo per i sardi je ne connais rien dans l’univers au-dessous (sotto) des molentes,soleva affermare nei loro confronti e in una lettera da Pietroburgo al Ministro Rossi nel 1805 scrive : Le sarde est plus savage che le savage , car le savage ne connait la lumiere e le Sarde la connait. 

Ma ecco alcuni esempi della repressione violenta da parte di Carlo Feroce: -“Una congiura ordita nel 1799 da un certo avvocato Serra di Sinnai e da un tale Pasquale Bartolo finì con due condanne a morte” . -“Pene gravi furono inflitte al frate Gerolamo Podda che aveva creato nel suo convento un gruppo di giacobini filofrancesi” -“L’ergastolo fu comminato a Vincenzo Sulis, accusato di alto tradimento e rinchiuso nella Torre dello Sperone ad Alghero” nel 1796. -“16 condanne alla forca furono pronunciate nel 1800 quando a Thiesi scoppiò una rivolta provocata dall’oppressione del feudatario Antonio Manca duca dell’Asinara”. -“Rapida e violenta fu la repressione nei confronti del notaio cagliaritano Francesco Cilocco e del prete terralbese Francesco Sanna Corda  quando nel 1802 tentarono, dalla Gallura, con una insurrezione di proclamare la repubblica sarda dipendente dalla Francia

Il Cilocco fu preso, linciato a frustate e appiccato. 

Il Sanna cadde nello scontro a fuoco coi soldati regi” -“Nel luglio 1802 fu giustiziato Domenico Pala, condannato in contumacia, l’anno precedente”. (Vedi F. C. Casula in Il Dizionario storico sardo, Carlo delfino editore,Sassari, 2003 pagina 330). 


E poi le condanne contro i rivoltosi di Palabanda Condannati all’impiccagione: Salvatore Cadeddu, Raimondo Sorgia, Giovanni Putzolo; Condannati a morte per contumacia Gaetano Cadeddu, Giuseppe Zedda, Francesco Garau, Ignazio Fanni

Condannati all'ergastolo: Giovanni Cadeddu, Antonio Massa

Al remo a vita: Giacomo Floris, Pasquale Fanni

Banditi dall'isola o esiliati all'interno gli altri imputati



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