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www.unionesarda.it 
dal nostro inviato Paolo Carta 


Il Senato: Quirra centro tecnologico Chiusura per Teulada e Capo FrascaESERCITAZIONI NELLA BASE DI TEULADA




Attesa per la decisione della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito in merito alla chiusura dei poligoni militari di Capo Teulada e Capo Frasca e alla riconversione del poligono interforze sperimentale di Quirra. 
Alle di 14 ieri si è riunita la Commissione del Senato che, a maggioranza qualificata, deciderà di votare la relazione del senatore sardo del Pd, Giampiero Scanu, già primo firmatario della mozione sostenuta da 120 parlamentari per chiedere la chiusura dei poligoni sardi. 
La relazione intermedia - presentata questo pomeriggio dall'esponente del Pd - era stata sollecitata la settimana scorsa dal presidente della Commissione, Giorgio Rosario Costa, dopo l'audizione del generale Maurizio Lodovisi, responsabile logistico dell'Aeronautica Militare, sulle bonifiche svolte o ancora da svolgere nell'area oggetto dell'inchiesta della Procura di Lanusei per le morti sospette di militari e pastori. 
In precedenza era stato lo stesso procuratore, Domenico Fiordalisi, a raccontare ai senatori della Commissione quanto accaduto in questi anni nella zona del salto di Quirra, dove si sono registrati diversi casi di tumore tra la popolazione e di malformazione negli animali. La proposta del senatore Scanu prevede la chiusura dei poligoni di Teulada e di Capo Frasca e la cessazione di ogni possibile fonte di inquinamento o danni all'ambiente alla popolazione di Quirra, con la riconversione del poligono in un centro polivalente internazionale tecnologico-scientifico. 


 SENATO. 
La commissione d'inchiesta sollecita la chiusura di Teulada Quirra, subito le bonifiche Scanu: zona molto inquinata e morti sospette Subito le bonifiche perché la situazione ambientale nel poligono di Quirra è allarmante. Ci sono zone altamente inquinate, che mettono potenzialmente a rischio la salute. E morti sospette tra militari e civili. Colpa delle guerre simulate e dei test di armi effettuati senza gli accorgimenti di legge. Non è più il tempo di controllare acqua, suoli e terra. Si sa già molto, quasi tutto. È urgente intervenire. Vietando le attività più nocive per ambiente e salute. Subito. Sollecitando la conclusione dell'indagine avviata dall'Istituto superiore della Sanità sull'incidenza dei tumori a ridosso delle aree militari. E avviare la chiusura dei poligoni di Teulada e Capo Frasca, nell'ottica di un risparmio dei costi per lo Stato in un clima di politica internazionale profondamente mutato. 


 IL SENATO 
A dire tutto questo non sono anti-militaristi o indipendentisti, ma (all'unanimità) i senatori della commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito, in una relazione presentata ieri dall'esponente olbiese del Pd, Gian Piero Scanu. Rilevante, oltre al contenuto, il momento in cui è arrivato questo documento di 27 pagine, pensato parola per parola, frutto di anni di lavoro, audizioni, verifiche, ispezioni: i senatori hanno preferito non aspettare la scadenza del loro mandato parlamentare, si sono decisi a intervenire con la massima urgenza. Concretamente: c'è anche la richiesta di impegno da parte del Governo a reperire i fondi per il risanamento ambientale nel prossimo patto di stabilità. 


FIORDALISI 
La svolta è stata l'inchiesta della Procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, e la richiesta di rinvio a giudizio firmata per venti persone. Lo dicono a chiare lettere proprio i senatori «Al di là delle eventuali responsabilità penali tutte da dimostrare, bisogna affrontare i problemi emersi », dichiara Gian Piero Scanu. In particolare, l'utilizzo di Quirra, come discarica di rifiuti militari, in parte sotterrati a tre-quattro metri di profondità in terreni sovrastanti falde acquifere, in parte fatti esplodere senza alcun rispetto dell'ambiente. Sotto accusa anche il mancato recupero dei materiali residui dalle esplosioni, ma anche l'abbandono in mare e nelle campagne di ordigni inerti e inesplosi. Sostanze potenzialmente nocive che poi venivano sparse nell'aria da altre attività autorizzate dalla Difesa: il test degli oleodotti di una ditta privata e le prove dei motori dei razzi. 


MORTI SOSPETTE 
 Secondo la commissione parlamentare d'inchiesta, tra le morti sospette non ci sono soltanto i 167 residenti nella zona del poligono di Quirra censiti da Squadra mobile di Nuoro e Forestale di Lanusei, ma anche i militari. La Difesa ha riconosciuto dal 1991 al febbrario di quest'anno 3761 ammalati di tumori come causa di servizio, dei quali soltanto 698 hanno lavorato all'Estero. Di questi 479 sono morti (383 gli esclusi dalle missioni cosiddette di pace). Quasi tutti gli altri hanno prestato servizio o svolto esercitazioni solo nei poligoni militari italiani, sardi compresi. La relazione dei senatori ha esaminato anche la situazione di Teulada e Capo Frasca. «Inammissibile considerare interdetta una penisola utilizzata da sessant'anni come bersaglio: bisogna avviare quello che non è mai stato fatto, una bonifica», ha dichiarato Scanu. Preoccupazione anche per Capo Frasca, dove non esistono studi approfonditi: «Ma dai documenti traspare che tutti gli aerei partiti da Decimomannu hanno sparato poi nella costa tra Arbus e Marrubiu, dove non è mai stato effettuato alcun intervento di risanamento». 


 LE SOLUZIONI 
 In chiusura le proposte: un piano d'azione immediato per la bonifica dei poligoni sardi, che stabilisca anche tempi e costi; la revisione delle attività da svolgere a Quirra, privilegiando quelle ad alto livello tecnologico e impatto ambientale quasi nullo; pianificare la riduzione del peso delle servitù militari che grava sulla Sardegna, senza prescindere dall'immediata bonifica; la salvaguardia dei posti di lavoro, grazie a nuove attività. L'accordo bipartisan nella commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito sul futuro dei poligoni sardi è un fatto storico, a patto che non rimanga lettera morta come era stato nel 1982 l'impegno dell'ex primo ministro Giovanni Spadolini davanti al Governatore sardista Mario Melis. 


Il Senato: Quirra centro tecnologico Chiusura per Teulada e Capo Frasca 



Chiusura dei poligoni sardi, sì unanime della commissione parlamentare Votata all’unanimità la proposta del senatore pd Giampiero Scanu che prevede la chiusura dei poligoni di Teulada e Capo Frasca e la riconversione di Quirra
lanuovasardegna

La Commissione parlamentare d’ inchiesta sull’uranio impoverito ha approvato all’unanimità la relazione Scanu, il documento preparato dal senatore sardo del Pd che chiede per la Sardegna, «gravata da troppe servitù militari», la chiusura dei poligoni di Capo Teulada e di Capo Frasca e la riconversione del poligono interforze sperimentale di Quirra. 
Il voto è arrivato a tarda serata, dopo che la riunione della Commissione era stata rinviata alle 20. Un’approvazione all’unanimità che per il senatore Giampiero Scanu, già primo firmatario di una mozione sostenuta da 120 parlamentari che chiedeva la chiusura dei poligoni sardi, ha un «valore storico». «Le commissioni d’inchiesta - ricorda l’esponente del Pd - hanno gli stessi poteri della magistratura. 
Ora il Governo e gli enti preposti dovranno prendere atto del voto espresso e attenersi a quanto prescritto nella relazione». Dunque si va verso la chiusura di due basi militari sarde e la riconversione del poligono di Quirra, già al centro dell’ inchiesta della Procura di Lanusei per le morti sospette di militari e pastori. Era stato lo stesso procuratore Domenico Fiordalisi, a raccontare ai senatori della Commissione quanto accaduto in questi anni nella zona del salto di Quirra, dove si sono registrati diversi casi di tumore tra la popolazione e di malformazione negli animali. 
La relazione Scanu prevede la cessazione di ogni possibile fonte di inquinamento o danni all’ambiente alla popolazione di Quirra, con la riconversione del poligono in un centro polivalente internazionale tecnologico-scientifico.
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