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La manovra in parlamento


«Stupiti, stupefatti per la debolezza su un mercato aperto». Bersani dà lezioni al professore. Che ha sfidato Microsoft ma non il tassinaro romano. Il dibattito si apre e si chiude subito, domani la fiducia. No dell'Idv


Daniela Preziosi
Va male, anche se ora meglio, l'Imu. Vanno male, e anche dopo gli emendamenti male lo stesso, le pensioni. Ma ieri Pier Luigi Bersani ha alzato la voce per le mancate liberalizzazioni della manovra del governo Monti. Senza ottenere nulla, come da regole di ingaggio del cosiddetto «governo di impegno nazionale». Dove invece i lobbisti del Pdl hanno riportato a casa i loro tesoretti elettorali, sventando la minaccia di abolizione degli ordini professionali, l'arrivo nei supermercati dei farmaci più comuni e proteggendo intanto fino al 2013 le licenze dei tassisti, piccoli ma grandissimi elettori del sindaco di Roma Alemanno. Dietro queste 'vittorie' ci sarebbe la manina di Antonio Catricalà, il berlusconiano ex presidente dell'antitrust.

«Siamo stupiti, se non stupefatti, dalla debolezza del governo sul tema delle liberalizzazioni. Su questo la questione è ancora aperta», dice nel pomeriggio con elevato tasso di ottimismo il segretario Pd alla presentazione di una nuova rivista online della casa (Tam Tam democratico, lo dirige il suo ex portavoce Stefano Di Traglia, tema di esordio 'i cattolici e la ricostruizione italiana'). Bersani promette emendamenti. Poi non se ne fa nulla, visto che l'Udc chiede e ottiene lo stop al dibattito e il governo annuncia che stamattina porrà alla Camera la richiesta di fiducia. Il voto inizierà domani alle dieci, poi ci sarà l'esame degli ordini del giorno. Alle 19 e 30, battendo un nuovo record, il decreto sarà licenziato.

Per Bersani la manovra è migliorarata. «Le modifiche vanno nella direzione auspicata», «nell'insieme si è fatto un lavoro efficace e credo che porti visibili i segni del nostro lavoro». Ma non sulle privatizzazioni, il chiodo fisso di Bersani sin dai tempi in cui era ministro. «I tecnici sono stati molto meno coraggiosi di quanto non lo sia stato lui da ministro 'politico'», sottolineano i suoi. 

Ironia del destino, per Monti, farsi dare lezioni di liberalizzazioni da Bersani. Era stato proprio il professore, ancora presidente dell'Università Bocconi, a fare grandi elogi alle «lenzuolate» di Bersani, definendolo «una personalità eccentrica nella sinistra». «Si sbaglia, a sinistra così ce n'è tanti», gli aveva risposto Bersani, gratificato. Era giugno, un convegno all'università milanese. Del resto essere citato come «liberalizzatore» a Bersani fa un gran piacere. Il giorno in cui Mario Monti è salito al Colle a ricevere l'incarico di presidente del consiglio, il segretario Pd raccontava con gusto di aver avuto un siparietto con «un tassista preoccupatissimo che mi ha detto: adesso al governo arrivano i comunisti e ci liberalizzano le licenze». Al governo invece ci è andato Monti e i tassisti possono stare tranquillissimi. Complice il fatto che Alemanno ha pennellato sulla scrivania del professore l'apocalisse di una Roma bloccata in piene compere natalizie. Se ne riparlerà nel 2013.

«Stanotte (lunedì notte, ndr) con un colpo di mano del presidente della commissione, è stato inserito un emendamento del governo che sostanzialmente annulla la liberalizzazione dei farmaci. Il Pd era e resta contrario a quel testo», racconta Dario Franceschini. «Nessun colpo di mano, ha prevalso il buon senso», gli ha replicato Luigi D'Ambrosio Lettieri, deputato Pdl, farmacista e presidente dei farmacisti di Bari. Federfarma rinvia la promessa serrata. I delusi però sono molti, tutti gli altri: manager, consumatori, parafarmacisti (che potranno fare sconti ma non vendere i farmaci di fascia C, come prevedeva il testo originari). Quanto agli ordini professionali, comunque non saranno aboliti se entro il 13 agosto 2012 non verranno riformati (questo prevedeva l'articolo 33 della manovra versione originaria). «Un equilibrio tra un eccesso di regolamentazione e un eccesso di deregolamentazione è la soluzione migliore», ha spiegato la ministra Cancellieri.

Chi non ci sta fa farsi scavalcare in tema di liberalizzazioni è il ministro Passera. «La proposta sulle farmacie era fatta bene», rivendica. Però se l'è dovuta rimangiare. Ma promette: «Per una cosa fatta in una settimana abbiamo toccato molti capitoli. Sulle liberalizzazioni ci saranno sempre interventi». Pdl permettendo, s'intende.


°°°SENATO: http://youtu.be/3nRlFU43cgk

°°°CAMERA: http://youtu.be/DqFwMiyKik4

°°°PRES. REPUB:http://youtu.be/8L-e5Cvm-wQ
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