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Villaputzu 30.01.2010
I pacifisti chiedono la chiusura della base e l'avvio di una vera bonifica

La Gatti: «In certe zone del poligono non cresce più l'erba»

Lunedì 01 febbraio 2010
Dieci allevatori morti in pochi anni. La consulente della Difesa, Antonietta Gatti, sostiene che si possa ancora porre rimedio ai danni.
PAOLO CARTA
unionesarda
VILLAPUTZU
Dieci pastori di Quirra malati tutti di leucemia, loro che avevano sempre condotto una vita sana all'aria aperta, sono un indizio. Aver scoperto poi che in una zona del poligono militare non cresce più l'erba, ha rafforzato i dubbi di Maria Antonietta Gatti, bio-ingegnere dell'Università di Modena. La prova di un inquinamento grave capace di causare tumori e morti è arrivata dopo: «Con il super microscopio elettronico ho trovato polveri
sottilissime di metalli nelle foglie di lentischio prelevato a Quirra e nelle scarpe che avevo adoperato durante un sopralluogo nella base, e poi nei linfo nodi, nel fegato, nei reni, nello sperma dei soldati e dei civili malati. Le stesse che avevo scoperto nei tessuti dei militari reduci della missioni nell'ex Jugoslavia. Nanoparticelle che per forma e dimensione possono essere causate solo da combustioni a certe temperature e da esplosioni: ci sono metalli combinati tra loro che non esistono sui libri». L'uranio impoverito sarebbe il mandante, non il killer: «Ma io non l'ho mai trovato nei reperti. Le mie ricerche hanno comunque dimostrato il nesso tra le guerre (anche simulate) e l'insorgenza dei tumori».
Per Maria Antoniett
a Gatti, Quirra è un laboratorio a cielo aperto, «dove tutto non è ancora compromesso, a patto di studiarlo. L'ho detto davanti la commissione parlamentare, l'ho ripetuto, restando inascoltata, alla Regione. Utilizzando certi accorgimenti, evitando certe sperimentazioni, adottando certe procedure, l'attuale rischio per civili e militari possa essere tenuto sotto controllo. Un po' come è successo con l'Aids: si è scoperto che con un preservativo ed evitando il contatto con il sangue si poteva evitare il contagio».
L'occasione per parlare di tutto questo è stata la presentazione di un libro, "Il pettine senza denti" di Eugenio Campus, organizzata dall'associazione culturale Orrea di Elisabetta Pitzurra e Massimiliano Meloni a Villaputzu. Romanzo-denuncia, ha spiegato l'autore, con uno sguardo nel futuro, nel 2032: «Nella storia - dice Campus - la zona militare in quegli anni sarà chiusa con tutti i suoi veleni».
Quei veleni sono attua li anche oggi. Antonio Pili, medico oncologo ed ex sindaco di Villaputzu, il primo che ha denunciato i casi sospetti di tumori nella frazione di Quirra, ha lanciato la proposta di un referendum popolare: «Forse negli anni '60 il poligono è servito sia ai militari che alla popolazione civile, adesso è il tempo di proporre questa domanda agli abitanti: è giusto barattare un posti di lavoro n cambio della vita propria o di un familiare?».
Mariella Cao, del comitato Gettiamo le basi, ha contestato il monitoraggio ambient
ale in corso del Ministero della Difesa: «Serve per l'acquisto di apparecchiature e per dimostrare che è tutto pulito, non per cercare la verità. La scoperta delle polveri di guerra cancerogene impone di chiudere immediatamente il poligono, come prescrive l'Onu, e di avviare la bonifica. I fondi stanziati nel 2007 sono spariti nel bilanci dello Stato, dirottati altrove».
Il fisico Massimo Coraddu dell'Università di Cagliari ha proposto un recente studio
epidemiologico fai-da-te del Comitato per la tutela ambientale del Sarrabus: «I casi di umore, considerando militari e civili che abitano e lavorano a Quirra, sono 10 volte superiori alle statistiche nazionali. Considerando solo le leucemie si arriva a dati choc (16 volte). In dieci anni dal 1998 al 2008 abbiamo contato 15 morti in una popolazione di 7-800 persone. C'è il sospetto che siano inquinate le falde d'acqua di Villaputzu e che ogni accensione di missili vicino a Torre Murtas sia una fabbrica di nano particelle». E la dottoressa Gatti annuisce.
I militari? Invitati e non pervenuti.


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